Torrente Rabbies

Torrente Rabbies

Il Rabbies, affluente del Noce, origina dal gruppo di laghetti che prende il nome dalla Cima Sternai, situati ad oltre 2600 metri di quota, dominati dal gruppo montuoso dell’Ortles-Cevedale.

Il torrente si incastona come una perla in una collana di boschi e prati e scorre nel suo alveo quasi sempre naturale, arginato solo in alcuni punti in corrispondenza dei centri abitati. Per lunghi tratti è scoperto e facilmente visibile dalla strada che lo costeggia, in altri è più defilato, ombreggiato e nascosto dalla vegetazione riparia.

Le caratteristiche del torrente

Le sue caratteristiche sono propriamente alpine, con elevato dislivello e regime di tipo glaciale (minima portata in inverno e massima in estate) che tuttavia non influisce quasi mai sulla limpidezza delle acque a differenza di altri torrenti che si sporcano in modo marcato e prolungato con lo scioglimento delle nevi.

E’ un ottimo presupposto per poter contare su condizioni favorevoli durante tutta la stagione di pesca, da Marzo a Settembre, considerando come periodo migliore la tarda primavera e l’estate quando, circostanza da non trascurare in montagna, le probabilità di trovare intere giornate di bel tempo sono maggiori.

Lungo circa 20 chilometri, per oltre metà del suo percorso dalle origini fino alla località Rabbi Terme scorre entro i confini del Parco dove ogni attività di disturbo della fauna, compresa la pesca, è vietata. Il torrente è fruibile ai pescatori quasi per intero dall’uscita dell’area protetta fino alla confluenza nel Noce per una lunghezza di 9 chilometri e un dislivello complessivo di ben 550 metri, con portata idrica in costante aumento per l’apporto di vari rivoli e l’assenza di captazioni importanti.

Nei pressi dell’abitato di San Bernardo è istituito un tratto di circa 1 chilometro di lunghezza, dal Ponte dei Bolzani fino al Ponte di Valorz, regolamentato a regime No-Kill dove è permessa esclusivamente la pesca a mosca con coda di topo. Scendendo verso valle occorre prestare attenzione alle 2 zone in “Bandita di Pesca” attualmente in vigore: la prima, più breve, è localizzata presso Tassè e si estende dal Ponte dei Baleti fino al Ponte delle Pozze, la seconda riguarda il tratto terminale e inizia dal Ponte di Pondasio, dove il torrente si incassa in una stretta gola attraverso l’abitato di Malè prima di gettarsi nel Noce.

Nella porzione inferiore, a valle dell’abitato di Pracorno, il torrente si presenta largo fino a 10 metri, con fondale costituito da ciottoli e massi che spezzano la forte corrente formando una miriade di schiume e buchette. Alcuni salti d’acqua naturali creano buche turbolente che vanno sondate con particolare cura.

Consigli pratici per la pesca

Il Rabbies, così come altri torrenti del distretto piscatorio della Val di Sole, fa parte di una antica zona di contatto tra due semispecie di Salmonidi italiani: la trota Marmorata, regina della fascia pedemontana, e la trota Fario dominante alle quote maggiori.

Qui dimorano entrambe, con la seconda maggiormente presente, insieme a numerosi ibridi naturali. La densità di trote è davvero notevole ma il pescatore deve impegnarsi non poco per affrontare le acque sempre veloci, a tratti tumultuose, e per vincere la diffidenza di pesci nati e cresciuti nel torrente.

Gli esemplari più anziani e smaliziati si ingannano quasi esclusivamente nel primo mattino e nelle ore serali quando la luce è minore, durante le nostre uscite si sono rivelati particolarmente favorevoli i momenti successivi a brevi e violenti scrosci di pioggia, consueti durante la bella stagione, che hanno fruttato le migliori catture.

La tecnica più redditizia è la pesca al tocco con canna teleregolabile di 8-10 metri di lunghezza, scelta consigliata in considerazione della ininterrotta spinta della corrente e della grande quantità di rifugi presenti in tutta la sua estensione che obbligano a precise azioni di ricerca sotto canna.

Con livelli idrici nella norma si può approntare una corona con 25-30 pallini di 3,5 millimetri distesi su 70 centimetri di lenza ma più concentrati verso il basso, oppure infilare un pallettone di almeno 10-15 grammi con opportuno gommino salvanodo. Il finale va mantenuto piuttosto corto (25-30 centimetri) per guadagnare in precisione e mantenere l’esca sempre vicina al fondo, nonché robusto (0,20 millimetri di diametro) per poter forzare durante il combattimento con esemplari di taglia che sfruttando la forte corrente mettono alla prova nervi e attrezzature. Un verme di terra di medie dimensioni fornisce la necessaria resistenza agli scuotimenti e alla forte corrente ed è quasi sempre gradito, un’ottima alternativa è il pesciolino morto.

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