Mosca

Mosca

Mosche

Qui si apre un mondo nuovo….si entra in una pesca con una tecnica tutta sua, ed esche dedicate, ovvero una mosche artificiali che vengono usate come esche con l’intento di imitare le prede naturali dei pesci, soprattutto insetti, ma anche piccoli pesci, piccoli mammiferi come topi nonché anfibi come rane e batrace. Invece le cosiddette mosche di fantasia non imitano una determinata preda, ma, a causa dei loro colori, attirano l’attenzione dei pesci e, nella migliore delle ipotesi, li inducono ad abboccare.

Spesso gli insetti imitati sono di specie che trascorrono uno o più stadi di vita sull’acqua e/o in essa e d’insetti terrestri che vivono nei pressi dell’acqua e che a causa di una sfortuna vi cadono dentro, come per esempio api, vespe, formiche, bruchi, scarafaggi, cavallette e così via.

In principio le mosche artificiali imitano l’intero spettro di prede di un determinato pesce. Anche le imitazioni di pesci predati, come per esempio lo streamer, di norma sono anche chiamate “mosche” dai pescatori a mosca.

Le mosche artificiali sono costruite artigianalmente con materiali naturali come peli e piume nonché con materiali artificiali e un amo. Non esistono macchinari in grado di produrre mosche “utilizzabili” per pesca a mosca.

Quale scegliere: le mosche si possono dividere a seconda della loro forma e galleggiabilità ed ognuna rispecchia uno stile di pesca diverso. Le diverse tipologie sono essenzialmente quattro: mosca secche, mosca sommersa, ninfa e streamer.

  • Le mosche secche imitano insetti che stanno lasciando il loro involucro di larva e oltrepassano la superficie acquatica per diventare un insetto volante (emerger). Inoltre, imitano anche insetti adulti che si posano sulla superficie dell’acqua per deporre le uova (imago) o che galleggiano morti con le ali spalancate dopo la deposizione delle uova (spent). Anche le mosche di fantasia e da caccia, nonché quelle degli insetti terrestri citati prima, fanno parte delle mosche secche. Con la mosca secca è possibile ingannare soprattutto quei pesci che “bollano”, quindi, quelli che si stanno muovendo sotto la superficie dell’acqua in cerca degli insetti su di essa. Un’improvvisa metamorfosi d’insetti acquatici, come per esempio di mosche effimere, che induce i pesci a “bollare”, può rendere la pesca con la mosca secca un’avventura indimenticabile, ammesso che sul terminale ci sia la mosca “giusta”.
  • Le mosche sommerse sono costruite con materiali non galleggianti e di conseguenza affondano più o meno rapidamente, a seconda della velocità dell’acqua. Al contrario della maggior parte delle ninfe, queste mosche vengono fatte senza zavorra. In questo modo le sommerse imitano insetti morti che scorrono nell’acqua o insetti che emergono per fare la metamorfosi.
  • Le ninfe sono mosche artificiali costruite in modo da imitare lo stadio di larva degli insetti, soprattutto sul fondale. Queste mosche sono quindi affondanti e spesso sono zavorrate con filo di piombo direttamente sull’amo, ma anche con palline di ottone o di tungsteno, così da permettere la pesca anche in tratti d’acqua più profondi. La loro forma ed il materiale con il quale sono costruite ne caratterizza il comportamento in acqua facendole affondare più o meno rapidamente, e questo nella maggior parte dei casi fa la differenza.
  • Gli streamer sono esche abbastanza grandi che imitano piccoli pesci da preda riproducendone il loro comportamento nelle acque correnti. L’efficacia di questo sistema di pesca dipende dal fatto che molti pesci, una volta raggiunta una taglia rispettabile, tendono ad abbandonare il nutrimento insettivoro, preferendo pesciolini e animaletti acquatici, quindi è un’esca rivolta a pesci di medio-grande pezzatura. La maggior parte degli streamer sono zavorrati, ma esistono anche modelli galleggianti.

Consigli: Principalmente le mosche e la tecnica della pesca a mosca in generale, garantiscono un successo su una moltitudine di pesci, nonostante il metodo originale di pescare con la mosca sia stato usato per i salmonidi (trote, temoli, salmerini, salmoni). 

La dimensione delle mosche dipende dalla dimensione dell’amo a cui sono attaccate. La dimensione dell’amo è indirettamente proporzionale al numero con cui è classificato, tranne se la cifra è seguita da “/0”, in quel caso più è grande il numero prima dello slash, più è grande l’amo. La misura più comune per le mosche da trota va da 6 a 25, le più comuni per la pesca a mosca asciutta va da 14 a 18, e da 8 a 10 per le mosche bagnate. Quando si è alla ricerca di big fish, magari in riserve dedicate ai pesci più grandi, si potrebbe avere bisogno di mosche più grandi, come la 2.

La mosca secca si utilizza quando i pesci si stanno alimentando in superficie mangiando gli insetti che si sono posati sull’acqua, quindi queste esche sono utilizzate nei periodi in cui i pesci sono in maggiore attività. Da fine marzo a fine autunno ci sono buone possibilità di avere successo a mosca secca, anche quando i pesci non bollano. L’utilizzo di mosche secche da caccia, quindi di mosche artificiali voluminose, ben galleggianti e ben visibili, spesso in quel periodo è molto promettente! Le mosche da caccia riescono, se presentate correttamente, ad invogliare anche grandi trote e temoli a salire. Perché pescando a mosca secca in caccia cerchiamo di appellare al bilancio energetico del pesce – nessuna trota di taglia si vuole permettere di fare scappare il presunto boccone che presentiamo! Devi solo assicurarti che la profondità dell’acqua non superi i 60-70 cm di profondità!

Lo streamer viene utilizzato principalmente nell’ indurre il pesce attivando la sua natura di predatore con un’imitazione di pesciolino, quindi questa esca va utilizzata con una tecnica che sfrutta la corrente del torrente che scorre verso valle per far muovere nell’acqua il nostro artificiale con rapidi strappi alla coda di topo la corrente porterà la coda a fare una diagonale e da questo momento che incomincia un lento recupero che aumenterà quando lo streamer arriverà a valle perpendicolarmente a noi.

Pescando a ninfa classica ci si muove controcorrente, lanciando leggermente di lato controcorrente, facendo affondare il più velocemente possibile la ninfa, in modo naturale. L’obiettivo è quello di sondare sistematicamente tutte le zone promettenti. Un corretto mending della coda di topo è essenziale per garantire delle lunghe derive naturali della ninfa. Naturalmente esistono molte altre tecniche per la pesca classica con la ninfa.

Nella classica pesca con lo streamer ci si muove con la corrente, lanciando lo streamer di lato verso la sponda opposta, lasciandolo scorrere e riaffiorare in pace, magari dandogli un po’ di coda. Poi lo si recupera lentamente con dei piccoli strappi e delle brevi pause. Spesso la beccata è molto brusca ed energica!